RCA Telegram News California - A fine secolo Mose non più sufficiente,per Venezia mix di tutele

A fine secolo Mose non più sufficiente,per Venezia mix di tutele
A fine secolo Mose non più sufficiente,per Venezia mix di tutele

A fine secolo Mose non più sufficiente,per Venezia mix di tutele

Lo indica la ricerca vincitrice del premio Aspen

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Il Mose sta facendo moltissimo per Venezia, ma il cambiamento climatico in corso lascia prevedere scenari con eventi estremi contro i quali ,alla fine del secolo, questa barriera potrebbe non essere più sufficiente: per questo è necessario un approccio completamente nuovo, che nasca da un mix di competenze. Lo indica lo studio vincitore del premio Aspen Institute Italia per la collaborazione e la ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti. La cerimonia di premiazione è in programma nel pomeriggio, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. "Davanti a eventi estremi come quelli portati dai cambiamenti climatici, risposte che si basino solo su misure fisiche, come le dighe, non sono più sufficienti e bisogna adottare altri punti di vista", dice all'ANSA Andrea Critto, dell'Università Ca' Foscari di Venezia e fra gli autori della ricerca, condotta in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (con Marta Bonato, Andrea Critto, Antonio Marcomini, Beatrice Sambo, Anna Sperotto e Silvia Torresan), Università della Virginia, Carnegie Mellon University e il Corpo degli Ingegneri dell'Esercito (James H. Lambert, Igor Linkov). "Oltre alle barriere fisiche, si devono prevedere altre iniziative come sistemi di allerta e per la gestione delle emergenze, norme per evitare di costruire in posti sbagliati e inoltre bisogna coinvolgere la cittadinanza e promuovere la diffusione della consapevolezza attraverso l'educazione", osserva Critto. "Il Mose a fine secolo con sarà più sufficiente: la comunità scientifica concorda che livello del mare diventerebbe troppo alto", osserva Critto. Non è soltanto un problema di innalzamento del livello del mare, ma di "mareggiate, e tempeste con onde che negli eventi più forti potrebbero raggiungere livelli superiori ai tre metri per affrontare i quali è stato progettato il Mose". Oltre alle mareggiate, prosegue, "vanno considerati altri eventi, come ondate di calore, siccità e precipitazioni intense nell'entroterra. Per questo bisogna applicare tecniche di analisi multirischi che permettano di vedere la situazione reale". In definitiva, è il momento di cambiare prospettiva e nella comunità scientifica si comincia a parlare di "adattamento", di "cambiare equilibrio" e di "trasformazione". Su questa base si stanno individuando misure diverse, come i regolamenti per "costruire nei posti giusti". Quanto al centro storico di Venezia, "si sta lavorando per mettere a punto nuove tecnologie" ed è iniziato "un progetto su eventi estremi, di bassa probabilità e altissimo impatto. Utilizziamo l'intelligenza artificiale - ha concluso - in una sorta di stress test per identificare i nodi più fragili e gli interventi necessari".

Ch.Schroeder--RTC